Organizzare Eventi sostenibili

Non mi ero mai soffermata più di tanto a riflettere sul fatto che la mia partecipazione a convegni, conferenze ed eventi culturali o di altra natura, così come l’organizzazione degli stessi, avesse un impatto sull’ambiente tutt’altro che trascurabile. Fin quando, stamattina, ho partecipato a un corso di formazione sull’organizzazione di eventi sostenibili e sugli acquisti verdi che mi ha acceso diverse lampadine.

Pensiamo alle tonnellate di rifiuti che si producono durante un evento di medie o grandi dimensioni, alla rete di trasporti messa in moto, ai materiali utilizzati per gli allestimenti, per non parlare della quantità di carta stampata e trasformata in volantini, locandine, brochure, attività di segreteria!

Insomma, un consumo di risorse “puntuale” e “temporaneo”, cioè tutto concentrato nei soli giorni in cui l’evento ha luogo, dall’evidente impatto ambientale.

Cosa dunque rimane da fare a un ente pubblico o privato deciso a portare avanti le proprie iniziative fieristiche, culturali, musicali, religiose e quant’altro, in un momento come quello attuale in cui la sensibilità verso l’ambiente sembra essere in crescita anche a livello di opinione pubblica? Rendere il proprio evento più sostenibile attraverso una serie di scelte e comportamenti. È bene sottolineare che è impensabile rendere un evento “verde” da un giorno all’altro e dall’inizio alla fine, ma sono talmente numerose le possibilità che si hanno di fronte che, anche con budget limitati, ci si può indirizzare verso almeno alcune delle strade percorribili.

A partire dall’organizzazione, ovvero la fase pre-evento: segreteria e promozione. Ridurre la quantità di carta utilizzata, sfruttando il retro di fogli già stampati per bozze e documenti interni, fare la raccolta differenziata, scegliere prodotti di cancelleria con marchio ambientale (es. Ecolabel), privilegiare modalità comunicative dell’evento alterative a quella cartacea, ecc. Quando si parla invece di erogazione dell’evento ci si riferisce a tutto ciò che concerne la location, il catering, la scenografia, le strutture ricettive, la mobilità. Spazio alla fantasia ma, soprattutto, alla responsabilità sociale: dunque considerare gli aspetti energetico-qualitativi della location, privilegiare la fornitura di prodotti e servizi ecologici (es. gadget), un catering ecologico e a km zero e, soprattutto, occhio alla gestione dei rifiuti. Ho organizzato la raccolta differenziata all’interno degli spazi? Se sono previsti pranzi o buffet, come prevedo di disporre i punti di raccolta del materiale organico? Sono sicura che andranno a finire in un impianto di compostaggio? Sono sicura che i visitatori e gli addetti alle pulizie abbiano chiaro dove gettare ogni cosa? La mia comunicazione a questo proposito può dirsi chiara?

Per fare un esempio, andiamo al Salone Internazionale del Gusto che, nell’ultima edizione del 2010, ha investito molto impegno ed energia nell’organizzare un grande evento a basso impatto ambientale. Durante i giorni del Salone sono state differenziate 91,58 tonnellate, pari al 58,5% del totale prodotto. Erano state previste le raccolte differenziate di tutte le frazioni (plastica, carta, lattine e vetro, organico, legno e sughero, olio esausto e rifiuto indifferenziabile) presidiate da volontari di Legambiente che hanno aiutato i visitatori a porre il rifiuto nel contenitore giusto. In aggiunta a ciò, in tutti gli spazi gestiti da Slow Food sono state utilizzate solo stoviglie biodegradabili compostabili (cioè quelle da gettare nella raccolta dei rifiuti organici destinati a generare il compost) con un risparmio di 10,6 t di CO2 rispetto alle stoviglie polimeriche.

Anche nell’ultima fase di un evento, congedo e smontaggio, si può fare molto. Basti pensare a cosa può significare massimizzare l’efficienza del trasporto, sia delle persone (es. predisponendo navette o autobus euro 5) che delle merci (privilegiando prodotti e fornitori del territorio e mezzi per l’interno elettrici o manuali), ponendo inoltre attenzione ai materiali utilizzati per l’allestimento: perché scegliere ad esempio la moquette per il mio stand se so che poi andrà dritta in una discarica anziché preferire materiali riutilizzabili?

Insomma, utili e svariate idee per chi promuove eventi ma anche per chi semplicemente vuole organizzare una festa di compleanno amica dell’ambiente.

Fabrizia Petrei

6 commenti »

  1. Andhira said

    Secondo me è un tema molto affascinante 🙂 In effetti le cose da fare, anche piccole e apparentemente poco significative sono molte! A volte è più complesso – anche a seconda della tipologia di evento, delle persone coinvolte, delle risorse a disposizione – mentre in altri casi alcune soluzioni sono più semplici da inserire nel percorso. Probabilmente la cosa più importante è coinvolgere appieno chi lavora all’organizzazione, perchè tutti siano pronti a pensare alla soluzione “giusta” in mezzo al delirio organizzativo. Il coinvolgimento dei volontari di cui parli è molto interessante.
    Che tipo di corso hai seguito?

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